La pandemia ha incrementato le sensibilità sui temi della sostenibilità delle persone, dei consumatori e del mercato in genere. Aziende, brand e organizzazioni di tutte le dimensioni, si sono attivate per sviluppare nuove linee produttive, per agire in modo più etico e responsabile per l’umanità, agendo sotto il profilo dell’analisi dei propri impatti sulle persone e comunità (impatti sulla dignità dei lavoratori, etica delle relazioni e contratti, protezione e qualità della vita) e sull’ambiente (riduzione dei consumi e delle risorse naturali o politiche di compensazione). Tutto ciò in ottica di una strategia complessiva volta al rispetto dell’ambiente e delle persone impiegate nella filiera in ogni settore.

Responsabilità Sociale

In Italia OVS per esempio, è stato il primo marchio italiano ad aderire alla campagna End Uyghur Forced Labour, organizzata da 300 organizzazioni internazionali, garantendo l’impegno a cancellare gli approvvigionamenti di cotone provenienti dalla regione cinese dello Xinjiang dove spesso le condizioni di lavoro delle persone sono forzate e poco dignitose per l’essere umano (privazione dei diritti etici del lavoro).  L’azienda dichiara di non utilizzare prodotti e di rifornirsi soltanto di cotone proveniente da altri Paesi che non sfruttano il lavoro forzato. Per farsi un’idea dell’importanza di questa dichiarazione d’intenti è sufficiente analizzare alcuni dati di mercato: si stima che dallo Xinjiang provenga l’84% del cotone prodotto in Cina e il 20% della produzione mondiale. A grandi linee, quindi, un vestito su cinque è realizzato con materiali originati dallo sfruttamento indiscriminato dei lavoratori.

Responsabilità Ambientale

E’ pertanto ragionevole attendersi che aziende produttive, catene di franchising fino al singolo negozio vireranno verso politiche più etiche e azioni per qualificarsi o differenziarsi. Le imprese (ma anche negozi e uffici) sceglieranno sempre più di dotarsi di ambienti realizzati con materiali naturali o di recupero; materiali plastic-free, legni certificati FSC (l’etichetta FSC indica che il legno o la carta all’interno del prodotto provengono da materiale  riciclato e prodotti certificati, e forniscono la garanzia che il prodotto che stai acquistando è realizzato in legno o carta da fonti responsabili).  

Standard e criteri di Responsabilità Sociale e Produzioni Sostenibili

Per quanto riguarda le produzioni tessili le imprese che realizzano e commercializzano capi, possono ottenere  qualificazione e distinzione sul mercato optando per tessuti realizzati con fibre vegetali o con il vello di animali senza l’impiego di pesticidi e sostanze chimiche dannose per l’ambiente come per la salute di chi lavora il capo e di chi lo indossa. Per la fase agricola si fa riferimento al Reg. UE 2092/91 e successive integrazioni, ovvero gli stessi criteri dell’agricoltura biologica in campo alimentare. La trasformazione delle fibre naturali biologiche compreso l’uso di tinture impiegate nella colorazione dei capi fa riferimento agli Standard per il Tessile Biologico (Global Organic Textile Standard – GOTS). Questi standard sono uno strumento di controllo e verifica degli aspetti sociali e ambientali che investono la filiera produttiva. L’abbigliamento biologico nasce infatti per concretizzare lo sviluppo sostenibile della nostra società con l’obiettivo di generare benessere nel presente garantendo alle generazioni future un mondo equo, ricco e sano grazie alla responsabilità sociale condivisa tra produzione e consumo.

                                                                                                                                                       Raffaella Sella

         CSR Innovation Manager


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