neuroleadership-abilità-ingaggio-motivazione

Nell’ambito della gestione delle persone e delle organizzazioni lavorative, il concetto di #leadership sta vivendo una profonda trasformazione grazie ad una nuova prospettiva che unisce neuroscienza e psicologia e che viene definita #neuroleadership. Quindi, in questo contesto diventa possibile avere maggiori informazioni e strumenti per sviluppare abilità e comportamenti produttivi di ingaggio e motivazione delle persone negli ambienti di lavoro. La neuroleadership ci insegna come le interazioni tra cervello e comportamento influenzino la capacità di guidare efficacemente le persone e di ispirare cambiamenti positivi.

La leadership si manifesta quando qualcuno, in completa autonomia e libertà di agire, fa scelte o azioni che non avrebbe fatto senza l’influenza di un’altra persona. Dunque, i due aspetti fondamentali per esercitare una buona leadership sono l’autonomia di azione, che deve essere sempre garantita alle altre persone, e la relazione, che è necessario saper instaurare con gli altri.

Se si parte dal presupposto che dietro ad ogni azione umana c’è un bisogno e che talvolta questi bisogni richiedono una relazione con gli altri per essere soddisfatti appieno; un leader efficace è dunque colui che, consapevolmente o meno, riesce a raggiungere i propri obiettivi attraverso l’ascolto e la soddisfazione dei bisogni (anche inconsapevoli) degli altri. Per questo motivo, una buona leadership richiede autocentratura , ma anche eterocentratura e cioè di essere attenti e consapevoli anche degli altri e dei loro bisogni.

Secondo le neuroscienze, ci sono sei tipi di leadership che corrispondono e rispondono a sei bisogni emotivi fondamentali:

  • Leadership carismatica: quando c’è il “bisogno di individuazione”, il leader viene riconosciuto e rispettato perché rispecchia i bisogni ideali della persona e ciò che questa vorrebbe essere o diventare.
  • Leadership empatica: quando c’è il “bisogno di affetto”, il leader emerge perché sa far sentire ascoltata, riconosciuta e compresa la persona.
  • Leadership competente: quando c’è il “bisogno di indirizzo/direzione”, il leader è una persona che possiede conoscenze e contenuti che sono utili alla persona e che questa non padroneggia.
  • Leadership protettrice: quando c’è il “bisogno di sicurezza”, il leader acquista valore perché sa far sentire la persona parte di una comunità/gruppo e in un legame che sente essere protettivo.
  • Leadership visionaria: quando c’è il “bisogno di sogni”, il leader è colui che trasmette alla persona motivazioni, ragioni o valori per agire.
  • Leadership educatrice: quando c’è il “bisogno di sviluppo”, il leader viene riconosciuto e rispettato perché dedica aiuto per lo sviluppo e il cambiamento della persona.

Un buon leader deve conoscere questi bisogni, deve sviluppare la capacità di individuarli nelle persone che coordina, e deve essere in grado di adattare il proprio stile di leadership a seconda del tipo di bisogno richiesto da ciascuna delle persone nel suo gruppo di lavoro. Saper padroneggiare queste abilità può migliorare notevolmente l’efficacia del leader a seconda della situazione richiesta.

Le competenze chiave per un leader secondo le neuroscienze includono:

  • l’equilibrio emotivo,
  • l’autocontrollo,
  • la capacità di comprendere i bisogni emotivi degli altri,
  • la lungimiranza,
  • l’intuito e delle buone capacità comunicative.

Queste abilità sono collegate al funzionamento dell’area prefrontale del cervello, che svolge un ruolo cruciale nel controllo dell’autoregolazione, della pianificazione e nel monitoraggio dei comportamenti o bisogni altrui.

Inoltre, anche il livello ormonale di una persona gioca un ruolo significativo nel determinare la sua capacità di leadership, di gestire lo stress e di costruire relazioni efficaci. Il profilo ormonale di un leader prevede:

  • Un alto livello di testosterone per gestire le persone e le situazioni con fermezza, controllando la propria reazione allo stress, e per affrontare efficacemente le sfide che si presentano;
  • Un basso livello di cortisolo per persistere di fronte agli insuccessi e contenere il livello di stress percepito;
  • Un alto livello di ossitocina per una buona capacità di curare le relazioni sociali, di entrare in empatia e per poter essere riconosciuto dagli altri.

Attraverso alcuni accorgimenti, è possibile modificare attivamente il proprio livello ormonale per perseguire queste che sono le condizioni ormonali ideali per un leader. Per esempio:

  • Fare esercizio fisico aiuta a far decrescere il livello di cortisolo;
  • Fare una dieta ipoglicemica (ovvero povera di zuccheri) aiuta a fare aumentare il testosterone;
  • Avere un buon ciclo del sonno aiuta a fare abbassare il cortisolo;
  • Intrattenere comportamenti sociali e conversazioni di fiducia (con famiglia, amici, colleghi, oppure fare volontariato, ecc.) favorisce l’aumento di ossitocina.

Inoltre, anche mantenere il giusto atteggiamento influenza i livelli ormali: è stato dimostrato che pensare agli eventi non come “problemi” ma come “sfide da superare” aiuta ad adottare un atteggiamento forte e propositivo che di conseguenza aumenta anche il testosterone. D’altra parte, il continuo rimuginio mentale sugli eventi è associato ad un aumento dei livelli di cortisolo. Tutto questo avviene perché esiste un principio di causalità reciproca tra comportamenti, pensieri e livelli ormonali.

Per migliorare l’autoconsapevolezza e quindi la capacità di leadership, esistono varie strategie. Si possono utilizzare dei test di personalità avanzati per far emergere punti di forza, aree di sviluppo e valori di una persona; questi strumenti sono utili poiché valorizzano la leadership, le risorse e facilitano i percorsi di carriera. Oppure si possono affrontare percorsi di mentoring o di coaching , per lavorare insieme alla persona sulle sue caratteristiche e il suo sviluppo personale e professionale.

In conclusione, la neuroleadership è una disciplina innovativa che ci offre uno sguardo profondo sulla mente umana e sulle dinamiche relazionali che sottendono alla leadership efficace. Integrando le scoperte delle neuroscienze con le pratiche di gestione, le aziende possono far crescere le persone e dotarsi di figure leader più consapevoli, resilienti ed empatici.

“I veri leader sono quelli capaci di guidare gli altri con intelligenza emotiva e di ispirare il cambiamento positivo nelle organizzazioni perché la differenza nei gruppi di lavoro, nella retention del personale e nei risultati ottenuti la fanno le persone!”

Dott. Andrea Benedettini

Psicologo, Coach, Formatore & Esperto di Neuroscienze

ALPHA NETWORK Srl – Società Benefit

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