Lo scorso 8 febbraio 2022 il Parlamento ha approvato in via definitiva la riforma che modifica gli artt. 9 e 41 della Carta Costituzionale senza la necessità di indire un referendum confermativo. L’art. 9 è stato integrato come segue: La Repubblica (…) tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni” e “la legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”. All’art. 41 si afferma invece che “L’iniziativa economica privata (…) non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da arrecare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, alla salute, all’ambiente” e che “la legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali ed ambientali”. Le modifiche entreranno subito in vigore grazie all’approvazione dei due terzi del Parlamento.

La revisione costituzionale riconosce quindi le criticità del nostro tempo e detta nuovi principi attribuendo maggiore responsabilità alle organizzazioni lavorative e alle imprese.

Dall’altro canto i mercati e la società riconoscono già da tempo maggiore valore e premiano (nei risultati di business) le imprese “etiche” che intraprendono azioni ad impatto positivo per i cittadini e il futuro del Paese:

  • Si registra nell’ultimo anno un’esplosione di interesse, verso la costituzione o trasformazione di alcune imprese di ogni dimensione e ragione sociale, in Società Benefit (Legge 28 Dicembre 2015 nr. 208): un modello statutario che impone di integrare e perseguire all’interno dell’organizzazione profit, ulteriori scopi e finalità di interesse sociale e ambientale definiti e misurabili.
  • Sono sempre più numerose le richieste di qualificare i propri processi e sistemi organizzativi in ambito “green” e “recycling” e in ambito corporate social responsibility.

I vantaggi che derivano dalle attestazioni di rating e dalle certificazioni volontarie di responsabilità sociale e ambientale nelle imprese (tra le più conosciute: SA 8000 – BSCI – Ecovadis – Global Compact – SMETA, ISO 26000, ISO 14001 e 50001, ecc.) diventano così sempre più modello ricercato di governance per la sostenibilità dei business e la resilienza delle imprese richiesto dai mercati.

  • Il mondo della finanza si sta da tempo orientando ad una maggiore attenzione e valorizzazione delle imprese che decidono di implementare sistemi di qualità nella gestione dei processi e misurazione degli impatti di sostenibilità, con azioni di sostegno economico e finanziario.

Tra i prossimi obiettivi non potrà mancare l’integrazione dei criteri ESG nel processo di selezione delle aziende cui fare credito in una logica premiante verso coloro che operano rispettando gli aspetti sociali, ambientali e di governance.

La modifica della nostra Carta Costituzionale in ottica di sostenibilità del Paese non è altro che un ulteriore tassello e ufficializzazione della necessità di educare i cittadini per garantire il futuro delle prossime generazioni e sensibilizzare ad un nuovo modo di fare impresa.

Raffaella Sella

CSR Innovation Manager

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