Risk ManagementL’azienda è una struttura dinamica: viva.
Si modifica nel tempo, acquisisce nuovi contratti, produzioni, business, lavoratori; modifica gli asset in funzione delle proprie strategie e degli obiettivi di imprenditori e soci.
Le Direzioni sono per lo più focalizzate sugli obiettivi di risultato.
I mezzi e le risorse umane impiegate, sono in genere coinvolte nelle operation e nel delivery.
Manca pertanto nelle aziende meno strutturate (ma a volte anche nelle grandi), un soggetto di riferimento “super partes” per garantire alla Direzione il monitoraggio dei rischi: un analista qualificato (ERM) capace di analizzare, individuare e trattare soluzioni appropriate per tenere sotto controllo i pericoli che a 360° possono impattare sull’azienda nell’esercizio delle proprie finalità pregiudicandone i risultati economico-finanziari, la reputazione, la sostenibilità, l’esistenza stessa.

La più importante organizzazione italiana di analisi dei rischi aziendali (fonte ANRA.it), ha svolto nel 2014 un’indagine-aggiornamento per mappare le sensibilità e le evidenze rilevate nel mondo lavorativo sui rischi più temuti dalle aziende italiane. Di seguito la classifica di quanto è emerso:

1. Danno reputazionale / danno d’immagine
2. Crisi economica / lenta ripresa dell’economia
3. Cambiamenti normativi e legislativi
4. Crescita della concorrenza
5. Mancata capacità di attrarre e trattenere professionisti talentuosi
6. Mancata capacità di innovare e riconoscere i bisogni dei consumatori (cambio produzione)
7. Business interruption
8. Responsabilità Civile
9. Cyber crime e hackeraggio
10. Danno materiale diretto (Property Risk)

Per la prima volta il rischio reputazionale si posiziona in cima alla classifica. Insieme al timore per i danneggiamenti nella percezione del brand, è cresciuta la considerazione anche nei confronti del cyber risk, che è entrato per la prima volta nella top ten posizionandosi al nono posto (mentre nel Barometro dei Rischi di Allianz il Cyber Risk è in quinta posizione sui principali dieci).
A ciò contribuisce la crescente consapevolezza che questi due rischi hanno una forte connessione, basti pensare a quanto facilmente crolla la fiducia dei consumatori nei confronti del brand qualora avvengano violazioni di dati o frodi informatiche.
Analizzando le altre voci della classifica, si rileva il timore di non riuscire ad “adeguarsi in tempo” ai frequenti cambiamenti normativi e alla crescita della concorrenza.
L’indagine rileva poi che il rischio derivante dall’incapacità di fornire soluzioni innovative e adeguate alle esigenze dei clienti si posiziona al sesto posto, similmente il rischio di default finanziario per insufficiente indagini preventive sul market place di riferimento.

Ognuno dei “rischi” citati, se non preventivamente identificato, quantificato e trattato (effetti in caso di accadimento), è in grado di procurare un elevato “scossone finanziario negativo” all’impresa.

Le azioni di mitigazione per il contenimento, la prevenzione e protezione possono essere diverse a seconda della realtà aziendale e della propensione al rischio dei responsabili.
Tuttavia un approccio lungimirante dell’impresa al Risk Management, per la salvaguardia di patrimoni e persone, l’implementazione di sistemi di sviluppo sostenibile e l’adozione di processi integrati per il miglioramento continuo dell’organizzazione diventano il must per un’imprenditoria non sprovveduta e lungimirante!

D.ssa Raffaella Sella
Consulente Progettista Risk Manager
ALPHA NETWORK S.r.l.

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